venerdì 12 febbraio 2016

Metta, meditazione e yoga



Quando medito
Riposo senza conflitti nel mio vero essere.
Riposo nello spazio, senza distrazioni.
Dimoro nella chiarezza dello spazio di Vacuità.
Dimoro nella consapevolezza dello spazio di beatitudine.
Riposo tranquillo nello spazio non concettuale.
Nello spazio diversificato riposo in concentrazione.
Dimorando così, questa è la mente originale.
La ricchezza di certezza si manifesta senza fine.
Senza nulla fare la luminosità della mente è attiva.
Non fermato dall’attendere risultati, sto bene.
Senza dualità, senza speranza, senza paura!
Le afflizioni trasformate in saggezza
sono essere gioioso e luminoso”.
Milarepa ( yogin tibetano 1051/1135)

Mercoledì sera al Bio Green Food abbiamo avuto il piacere di ospitare Andrea dell'associazione Jhana Retreat che ci ha illustrato e guidato nella pratica meditativa.
Focalizzando il triangolo che si forma rilassando le spalle e protendendo la testa verso l'altro la nostra mente si acquieta e si è in grado di percepire come le sensazioni vadano e vengano.
La natura dei fenomeni è quella del cambiamento e quindi mutano. Questo concetto dell'impermanenza si chiama Anitya e descrive come ogni fenomeno sia soggetto all'apparire e allo scomparire.
Il Bramahiara (dimore divine) è un'insieme di pratiche volte ad annichilire i nostri filtri del pensiero attraverso diversi aspetti mentali che connotano la ricerca spirituale nella disciplina buddista. Sono attitudini positive della mente che vengono sviluppate attraverso la pratica della presenza mentale e della meditazione. Sono esercizi di puro ed intenso allenamento dello spirito nella ricerca del qui ed ora. Tagliando le aspettative sul futuro e i ricordi del passato si giunge alla sospensione del giudizio e delle percezioni del mondo esterno per trovarsi quindi nella contemplazione delle sensazioni interne.

La prima dimora divina è la gentilezza amorevole ( metta) considerata amore indistinto ed universale, non frenato da nulla.
Il metta viene, prima di tutto, indirizzato verso se stessi, attraversol'attitudine al perdono verso noi stessi e verso gli altri.
Il secondo aspetto è la compassione (karuna) che si manifesta nella benevolenza per ogni essere senziente o non, entrando nella gestione della sofferenza altrui ed identificandosi in essa.
Terza attitudine è mudita (gioia compartecipe) ovvero la gioia di partecipare ai successi altrui come fossero i propri. E' intelligenza emotiva ed empatica.
Upekka ( equanimità) è la quarta casa, lo stadio superiore e più elevato che presuppone il non attaccamento e la consapevolezza non giudicante.
Nella pratica buddista si utilizzano due tecniche per raggiungere lo stato di quiete:
una è lo sviluppo della concentrazione (solitamente attraverso il respiro) e l'altra è la tecnica della chiara visione (mindfullness ovvero essere consapevoli di ciò che accade nel momento presente).
Fin dalla prima pratica emergono stati molto positivi, basati semplicemente sull'esperienza diretta.
Non c'è necessità di credere in qualche fede, anzi si tratta di conoscere analiticamente e di constatare come lavori la mente nelle sue reazioni.
Le frasi di metta sono parole gentili che invocano la libertà e la felicità per ogni essere.



SUTTA NIPATA 1.8
Karaniya Metta Sutta
L’amore universale

Questo dovrebbe fare chi pratica il bene
e conosce il sentiero della pace:
essere abile e retto,
chiaro nel parlare,
gentile e non vanitoso,
contento e facilmente appagato;
non oppresso da impegni e di modi frugali,
calmo e discreto, non altero o esigente;
incapace di fare
ciò che il saggio poi disapprova.
Che tutti gli esseri
vivano felici e sicuri:
tutti, chiunque essi siano,
deboli o forti,
grandi o possenti,
alti, medi o bassi,
visibili e non visibili,
vicini e lontani,
nati o non nati.
Che tutti gli esseri vivano felici!
Che nessuno inganni l'altro,
né lo disprezzi
né, con odio o ira,
desideri il suo male:
Come una madre
protegge con la sua vita
suo figlio, il suo unico figlio
così, con cuore aperto,
si abbia cura di ogni essere,
irradiando amore
sull'universo intero;
in alto verso il cielo,
in basso verso gli abissi,
in ogni luogo, senza limitazioni,
liberi da odio e rancore. Fermi o camminando,
seduti o distesi,
esenti da torpore,
sostenendo la pratica di Metta;
questa è la sublime dimora.
Il puro di cuore,
non legato ad opinioni,
dotato di chiara visione,
liberato da brame sensuali,
non tornerà a nascere in questo mondo.

Attraverso la pratica meditativa le cose non spariscono ma al contrario si sperimentano in maniera più vivida poiché non si è più in mezzo alla corrente ma si guarda dalla riva il fiume che scorre.
Nella tradizione del buddismo Theravada ricorrono frequentemente anche le pratiche tantriche: per tantra si intende l'associazione con l'archetipo (immagine sacra) che rappresenta uno stato mentale con il quale coltiviamo una relazione.
Il tantra crea una breccia nella realtà poiché ha meccanismi propri che ci insegnano come la realtà in cui siamo inseriti sia un sogno collettivo dove ognuno ha il suo proprio sogno privato.
Con il buddismo Vajrayana, legato alla scuola tibetana (buddismo del veicolo di diamante), si mette in dubbio la percezione stessa che abbiamo del mondo.
A differenza del sistema yogico (elaborato in sistema filosofico da Patanjali nel II sec D.C) dove la scintilla divina del se si ricongiunge con il divino, nella visione buddista theravada non vi è io poiché credere in un io è già una fede e in questo modo si crea un sottile attaccamento. Il nostro io, la nostra personalità è quella che attraverso l'attaccamento ci lega al sogno della realtà e ci si attacca in maniera compulsiva e dolorosa.
Nel mondo frenetico in cui viviamo, sgomitando per ottenere gli obiettivi prefissati, superando ai 200 all'ora in autostrada per andare più veloci e riuscire forse a provare un po' di ebbrezza, la filosofia orientale ci insegna un approccio totalmente distaccato.
Le ricerche di neuropsicologia negli ultimi 20 anni hanno dimostrato come durante la meditazione siano sollecitate aree del cervello solitamente inutilizzate.

yoga acrobatico al parco tozzoni. Foto di Lorenza Grandi per Primi Piani


In sociologia quando si discute di quella che Z. Bauman ha genialmente etichettato come “società liquida” si presuppone l'individuo inetto poiché ha perduto la capacità di autodefinirsi in base a valori stabili e quindi tutto viene messo in continua discussione poiché si anela all'infinito nel tentativo di trovare nuovi stimoli e nuove prospettive alla stessa situazione. Ecco allora che l'approccio dell* yogin e del* meditat* volgendo a cercare la sospensione dalla coscienza individualista per lasciare emergere la super-coscienza ovvero l'idealità della collettività, emerge come arricchimento di nuovi significati e condivisione di questi nella ricerca dello stato di quiete e pace.

un oceano di silenzio - Franco Battiato-
Un Oceano di Silenzio scorre lento 
senza centro né principio 
cosa avrei visto del mondo 
senza questa luce che illumina 
i miei pensieri neri. 
(Der Schmerz, der Stillstand des Lebens 
Lassen die Zeit zu lang erscheinen) 
Quanta pace trova l'anima dentro 
scorre lento il tempo di altre leggi 
di un'altra dimensione 
e scendo dentro un Oceano di Silenzio 
sempre in calma. 
(Und mir scheint fast 
Dass eine dunkle Erinnerung mir sagt 
Ich hatte in fernen Zeiten 
Dort oben oder in Wasser gelebt


Illuminati di immenso,

S.

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