lunedì 22 febbraio 2016

ESBAT DI FEBBRAIO



ESBAT DI FEBBRAIO


I NOMI DI QUESTA LUNAZIONE Luna di Febbraio Luna immacolata Luna di purificazione Luna Casta Luna della Tempesta Luna Selvatica o Selvaggia Luna della Fame Luna stimolante Grande Luna d’Inverno Luna delle Corna Luna Rinascente Luna dell’Orso Vecchia Luna Luna grigia Luna del Vento Luna dei Dadi Luna delle Oche Luna ossuta Luna di carestia Luna di pulizia


Dato che questa luna si fa piena quando la neve ricopre ancora molte regioni, ha il potere della purezza, dell' innocenza e della gioia. E’ una luna che parla al fanciullo che è dentro di noi, in ricordo di un tempo lontano, quando la vita era semplice, quando il sorriso era prezioso e ogni cosa sembrava possibile. Proprio per questa caratteristica, la luna immacolata fa venire voglia di ridere, di correre e giocare, di fare capriole e divertirsi.
Sotto la sua luce troviamo le soluzioni a situazioni confuse: le barriere si piegano, cedono e i nostri obiettivi personali diventano raggiungibili. La luna immacolata ci offre l'opportunità di eliminare ciò che è vecchio e inutile e la sua venuta è il segnale che è il tempo di voltare pagina e di iniziare un nuovo capitolo della vita. Quando il tempo meteorologico è coerente alla stagione, in febbraio fa freddo e nelle regioni montane del nord abbonda la neve. I raggi di sole che nelle ore meno fredde battono sui tetti la sciolgono un poco, ma non del tutto, e di notte lungo le grondaie si cristallizzano i ghiaccioli, purissimi e trasparenti. Non dureranno a lungo: nonostante il freddo possa essere ancora intenso la stagione non tarderà a cambiare. Questa è la lunazione dei ghiacci e delle nevi.

IL BIANCO


Il suo simbolo è il colore bianco, il cui riverbero potenzia il Sole invernale e, di notte, amplifica i raggi della Luna. In molte culture i colori sono simbolo dei momenti importanti della vita: la nascita, la pubertà, il matrimonio e la morte… La nascita viene generalmente associata con il bianco; nelle isole Trobriand, le donne incinte sono coperte da candidi mantelli speciali per mantenerle nella condizione “bianca” che, secondo gli abitanti, promuove la dolcezza e la fertilità.
Il candore alla nascita è considerato importante quanto il suo uso durante la pubertà e, mentre la chiesa cattolica richiede che per battesimi e cresime i bambini vestano di bianco per simboleggiare la loro purezza, anche i bambini dell’Africa occidentale vengono dipinti con lo stesso colore alla pubertà; nel loro caso però il colore rappresenta gli spiriti bianchi degli antenati o il seme della loro imminente maturità (nello Zaire alla pittura bianca si aggiunge del fogliame verde per simboleggiare la primavera delle prossime fertilità e crescita). Gli illuminati in India si vestono di bianco per indicare la loro rinascita spirituale. Per ragioni diverse il bianco in molte culture è anche il colore dei matrimoni; una sposa giapponese si veste di bianco non tanto per indicare la sua purezza come fanno le spose europee, quanto per simboleggiare la sua morte nei confronti della famiglia d'origine e la rinascita nella nuova famiglia. In ogni caso il bianco è un colore con una forte valenza iniziatica, è il colore delle esperienze che incominciano e del rinnovamento. Si dice infatti quando si incomincia qualcosa: apro una pagina bianca… La luna algida e immacolata di febbraio è infatti una luna che chiama a dar corso al cambiamento: ci si dedica con nuova energia al rinnovo interiore in vista delle fioriture di primavera.

LA PURIFICAZIONE

La lunazione inizia pochi giorni dopo la festa di Imbolc e ci richiama a temi analoghi: gioia e voglia di vivere, purezza e biancore, infanzia e gioco. Come principio si ritorna alla potenzialità dell’infanzia o delle gemme che si apprestano a germogliare. L’energia adesso si sposta verso la superficie: è il momento della purificazione, alla quale seguirà la crescita. Il primo atto del cambiamento è di chiudere con ciò che ha già fatto il suo corso; materialmente è quindi un ottimo momento per sbarazzarsi di tutte le cianfrusaglie e di tutto quello che è vecchio ma non abbiamo ancora avuto il coraggio di buttare nelle precedenti occasioni. Il secondo atto è quello di "scongelarsi", cominciare ad uscire dal letargo invernale e tornare a convogliare le energie che nell'inverno erano orientate all'introspezione verso l'esterno, cominciando con il guardarsi intorno. Ma è soprattutto un ottimo periodo per la purificazione di sé stessi, del proprio corpo, del proprio spirito, della propria mente. Una purificazione che ora, in vista della primavera, non è una caccia alle negatività (che dovremmo aver già abbandonato durante il lavoro invernale), ma somiglia più al lavarsi e prepararsi con trepidazione prima di uscire per un appuntamento o di un incontro. Avvolgiamo il nostro spirito di nuova fragranza, usiamo nuovi e più leggeri modi di pensare, di renderci ricettivi alla vita che si risveglia. Nei campi sbocciano nel bianco i primi coraggiosi bucaneve, segnale che nonostante le gelate la ripresa primaverile non è poi tanto lontana. La lunazione del Ghiaccio ci invita a tornare ad amare noi stessi come ci amavamo nella fanciullezza, ad accettare le responsabilità delle scelte che ci hanno portato fin qui, perdonarci per gli errori che abbiamo commesso, darci una scrollata e ricominciare a fare progetti per il futuro. Esploriamo le nostre nuove possibilità, guardiamo a noi stessi con fiducia (anche se abbiamo novant’anni - o forse soprattutto, visto che la nostra esperienza, se ne abbiamo, può dotarci di qualche nuovo asso nella manica!) I raggi di questa luna ci chiedono di ridere, ballare, correre e scherzare, divertirci come bambini in un prato immacolato, coperto di neve. D’altronde in questo mese cadono sia il Carnevale (la festa della spensieratezza che ha antichissime radici pagane) sia il giorno dei giovani innamorati (San Valentino, 14 febbraio) che risale anch'esso a una antica tradizione romana. In questo clima di leggerezza e sollievo le situazioni confuse trovano nuovi piani di sviluppo: gli ostacoli si incrinano e i nostri progetti diventano possibili. L’umore positivo è il segnale che è tempo di voltare pagina e iniziare un nuovo corso. Durante i nostri riti accendiamo candele bianche, bruciamo salvia per la purificazione e invochiamo le “Dee fanciulle in crescita”, che corrispondono alla falce crescente della Luna (queste Dee sono iniziatrici di esperienze nella vita). Tra le Dee Bianche si possono annoverare le Dee giovani, le innamorate, le passionali, quelle “in carriera”… insomma quelle in cui agiscono forze in espansione (Ishtar, Artemide, Venere, Atena e molte altre…). Adatto a questo periodo è il rituale del "Bagno di Hera", che per tutte le donne può essere un momento di forte rigenerazione simbolica.

fonte: le sacerdotesse di Avalon

martedì 16 febbraio 2016

Intervista a un eroina ecologista: Cinzia Morsiani

Premessa:

Ho preso tempo per scrivere questo articolo perché fra i tanti incontri che abbiamo organizzato in bottega per la settimana di Imola in love, è quello che mi tocca più da vicino in qualità di cittadina imolese. Sto per scrivere della qualità dell'ambiente in cui i miei cari ed io viviamo e dell'amministrazione che ci dirige. Scelgo con cura le parole e mantengo i toni pacati, come sempre, perché è Corrado Augias il mio modello di giornalismo, ma vi assicuro che oggi è un grande sforzo; perché quando si viene presi in giro, ingannati ripetutamente e sfacciatamente, mi pare del tutto comprensibilmente umana e perfino giustificata la voglia di diventare terroristi e piazzare bombe. E' una gran fortuna che sia un'adepta della meditazione e della non violenza e che sia solo“con questa penna che vi infilzo quando voglio”.



Cinzia Morsiani: un'eroina ecologista.

Cinzia Morsiani è un eroina imolese. Si batte con forza e determinazione contro l'ampliamento della discarica Tre Monti. Ha una quarantina di anni, è una bella donna, è una mamma e vanta un curriculum formidabile che l'ha vista ricercatrice al laboratorio internazionale di Barcellona (il corrispettivo del nostro CNR), consulente presso ministero dell'ambiente sotto governo Prodi nella commissione sull'impatto ambientale e presidentessa regionale del WWF.
Oggi insegna biologia all'istituto agrario ed è una delle leader indiscusse dell'ecologia locale.

Mi racconta che i suoi nonni erano ortolani e che l'amore per l'ambiente gliel'hanno insegnato loro mentre sua mamma le ha insegnato fin da piccola che i rifiuti organici si buttano nel compost. Dopo la nascita di suo figlio è diventata ancora più forte la sua motivazione a battersi contro le nefandezze della politica sull'ambiente. Ha visto le peggior cose a Roma: la speculazione e la corruzione a danno del territorio ma non si è rassegnata a vivere la cosa come dato di fatto a cui sottostare. Non ha fatto lo struzzo. Al contrario ha sempre tenuto alto il capo e attraverso comunicati stampa, pubblicazioni, interviste, incontri divulgativi, la sua opera energeticamente e costantemente si è diffusa.
Il suo bagaglio culturale è molto vasto ma rimane un tipo alla mano e nonostante le mie gravi lacune in ambito chimico e scientifico riesco ad accedere alle informazioni che divulga.




Vita da ecologista:

Partiamo dal concetto di ConsumATTORE: ogni volta che consumiamo giustifichiamo e alimentiamo un processo economico. Questa è la responsabilità di ogni individuo nella collettività. Cinzia per i suoi acquisti frequenta il Mercolbio (mercatino biologico a km zero che si tiene alla Stalla il mercoledì pomeriggio), si rifornisce direttamente dai contadini e dalle piccole realtà artigianali del territorio. Constatiamo assieme con soddisfazione come questi comportamenti virtuosi si stiano estendendo sempre più di pari passo con l'avanzare della civiltà; e abbiamo fiducia che i comportamenti virtuosi dei singoli messi assieme innestino processi di cambiamento su larga portata.
Il più è fare recepire la gravità e l'impellenza della situazione.

Mi racconta la storia della rana di Al Gore:
Se una rana si tuffa in una pentola d'acqua bollente, salta subito fuori perché avverte il pericolo. Ma se si tuffa in una pentola d'acqua tiepida, che viene portata lentamente a ebollizione, non si muove affatto, rimane lì anche se la temperatura continua a salire. E alla fine muore bollita, se qualcuno non la salva. Il nostro sistema nervoso collettivo è come quello della rana: serve una scossa improvvisa perché ci rendiamo conto del pericolo. Se invece ci sembra graduale, anche se arriva velocemente, restiamo seduti senza reagire.

Poi commenta: noi siamo le rane e siamo bombardate da tutte le parti di cose che non vanno. Ogni giorno che passa stiamo un po' peggio. Le persone si ammalano e le valli si cementificano ma c'è ancora chi pensa solo in termini egoistici: io oggi sono ancora vivo e cambiare le cose richiede energia.
Le confido che per la manifestazione organizzata ad ottobre contro l'ampliamento della discarica sono entrata in tutti i negozi e in tutti i bar della via Appia per chiedere di aderire ma ho sentito solo scuse.
Ognuno pensava solo alla propria giornata e non aveva la visione d'insieme o di prospettiva.
Mi da una pacca sulla spalla e mi rivela: “La mossa più ricorrente dell'essere umano è quella dello struzzo...ma se tu c'eri in manifestazione questa è la cosa che deve essere importante per te. Se sai di avere ragione non è importante che ti dicano 'brava', vai avanti per la tua strada e goditi i traguardi e le battaglie combattute.”
Non si capisce perché Imola non sia recettiva. E' la cultura dello scambio, del dono e del rispetto che manca. Mi sfogo perché al bio green ormai mi scontro quotidianamente con i muri eretti delle regole ligie dei regolamenti comunali.
Ho costruito una panca pallet e avrei voluto arredare così il Dehor della bottega. Quando l'ho costruita mi sono messa per strada con chiodi, martelli e piallatrice. Si fermavano i passanti a chiacchierare, i vicini sono scesi ad aiutarmi ed ho passato un bel pomeriggio. Questo è il valore della panca pallet: l'auto costruzione e la convivialità. Ho fatto il progetto. L'ho inviato all'ufficio predisposto.
Mi hanno liquidato con un semplice: Progetto Non Approvato. Quando ho chiamato per capire le motivazioni mi hanno detto che la struttura non è a norma e mi hanno sfottuto: “Poi che fai? ti metti a fare i tavolini con le cassette di frutta?”
Si. L'idea era proprio quella!”
Sorride, mi racconta della politica illuminata spagnola: a Barcellona l'amministrazione propone il recupero di piazzette degradate a funzione di orto; a Imola invece hanno riempito di banche il centro, i negozi chiudono e la gente riempie gli iper mercati.
La cultura richiede la libertà che invece qui viene inibita dalle regolamentazioni che sono assurde ed eccessive.

Ed ora entriamo nel discorso discarica. Tema focale di questo periodo e del nostro incontro.
Cinzia sapeva da subito che sarebbe stata una battaglia durissima ma la lotta che ha intrapreso l'ha fatta pensando a suo figlio. Al mondo che gli lasceremo in eredità. Ha pensato al suo futuro e a quello dei suoi studenti perché a scuola cerca di insegnare le giuste azioni per ridurre l'inquinamento, cerca di promuovere la cultura dell'ecosistema. Lo fa mostrando le immagini della pianura padana dove i livelli di inquinamento sono aberranti.


L'ABC della Discarica TreMonti:

La discarica TreMonti è stata costruita 40 anni fa, è un impianto datato che aveva suscitato perplessità fin dalla progettazione.
La spazzatura indifferenziata viene ricoperta da Fos ( sostanza simile al terreno) e grazie a questo avviene una fermentazione anaerobica che genera metano. Biometano. Questo dovrebbe venire venire captato, poi depurato e mandato in centrale di cogenerazione dove una volta bruciato produce energia elettrica e calore.
Purtroppo, data l'obsolescenza dell'impianto imolese non si riesce ad assorbire bene il metano che viene disperso nell'atmosfera e questo è un gas a effetto serra 25 volte maggiore la co2 (anidride carbonica).
Inoltre buttare l'organico in discarica è un grande errore perché si crea percolato (pieno di metalli pesanti) difficile da contenere.
La natura insegna che tutto va recuperato. Nel ciclo biogeochimico si passa da sostanza inorganica a biomassa in un ciclo continuo.
Mettere elementi in discarica vuol dire togliere elementi dal ciclo naturale.

La scelta giusta per la gestione dei rifiuti organici sarebbe affidarsi al biodigestore: vasche in cui si fanno fermentare con batteri la sostanza organica e si crea metano. In questo modo si riesce a incanalare tutto il metano prodotto. Oppure fare il compost propriamente. Quando ci dicono che stanno sperimentando la raccolta dell'umido porta a porta ci prendono in giro. Il periodo della sperimentazione è già passato da un pezzo, era 20 anni fa, ora è tempo di attuare, e occorre farlo in fretta!
Le persone a Imola si appassionano ogni giorno un po di più, vogliamo vederci chiaro su tutta la linea, chiedono la trasparenza.
Gli organi amministrativi hanno minacciato di denuncia per le analisi sull'acqua che il comitato ha divulgato. Sulla stampa di partito gli ambientalisti sono stati chiamati Bugiardi.
Ma quello che si constata anche solo attraverso un banale accesso agli atti è che il livello di alluminio è 3 volte superiore ai livelli massimi della legge.
L'hanno additata come bugiarda e lei è andata in procura con il comitato anti discarica a giurare sulle analisi.
Vorrei davvero che mi chiamassero in tribunale perché lì si analizzerebbero i fatti e non le speculazioni mediatiche. Ed io non ho nulla da temere.”
La battaglia è aperta, ne va della salubrità del nostro territorio. Possiamo sostenere il comitato anti discarica con donazioni a Legambiente ed essere informati sui fatti ( il gruppo pubblico su facebook delle associazioni:https://www.facebook.com/comitatidiscaricaimola/?fref=ts oppure quello curato da Fabio Landi:https://www.facebook.com/groups/192432577759524/?fref=ts)

Chi vive veramente non può non essere cittadino, e parteggiare. Indifferenza è abulia, è parassitismo, è vigliaccheria, non è vita.
Antonio Gramsci, Indifferenti, su La Città futura, 1917



venerdì 12 febbraio 2016

Metta, meditazione e yoga



Quando medito
Riposo senza conflitti nel mio vero essere.
Riposo nello spazio, senza distrazioni.
Dimoro nella chiarezza dello spazio di Vacuità.
Dimoro nella consapevolezza dello spazio di beatitudine.
Riposo tranquillo nello spazio non concettuale.
Nello spazio diversificato riposo in concentrazione.
Dimorando così, questa è la mente originale.
La ricchezza di certezza si manifesta senza fine.
Senza nulla fare la luminosità della mente è attiva.
Non fermato dall’attendere risultati, sto bene.
Senza dualità, senza speranza, senza paura!
Le afflizioni trasformate in saggezza
sono essere gioioso e luminoso”.
Milarepa ( yogin tibetano 1051/1135)

Mercoledì sera al Bio Green Food abbiamo avuto il piacere di ospitare Andrea dell'associazione Jhana Retreat che ci ha illustrato e guidato nella pratica meditativa.
Focalizzando il triangolo che si forma rilassando le spalle e protendendo la testa verso l'altro la nostra mente si acquieta e si è in grado di percepire come le sensazioni vadano e vengano.
La natura dei fenomeni è quella del cambiamento e quindi mutano. Questo concetto dell'impermanenza si chiama Anitya e descrive come ogni fenomeno sia soggetto all'apparire e allo scomparire.
Il Bramahiara (dimore divine) è un'insieme di pratiche volte ad annichilire i nostri filtri del pensiero attraverso diversi aspetti mentali che connotano la ricerca spirituale nella disciplina buddista. Sono attitudini positive della mente che vengono sviluppate attraverso la pratica della presenza mentale e della meditazione. Sono esercizi di puro ed intenso allenamento dello spirito nella ricerca del qui ed ora. Tagliando le aspettative sul futuro e i ricordi del passato si giunge alla sospensione del giudizio e delle percezioni del mondo esterno per trovarsi quindi nella contemplazione delle sensazioni interne.

La prima dimora divina è la gentilezza amorevole ( metta) considerata amore indistinto ed universale, non frenato da nulla.
Il metta viene, prima di tutto, indirizzato verso se stessi, attraversol'attitudine al perdono verso noi stessi e verso gli altri.
Il secondo aspetto è la compassione (karuna) che si manifesta nella benevolenza per ogni essere senziente o non, entrando nella gestione della sofferenza altrui ed identificandosi in essa.
Terza attitudine è mudita (gioia compartecipe) ovvero la gioia di partecipare ai successi altrui come fossero i propri. E' intelligenza emotiva ed empatica.
Upekka ( equanimità) è la quarta casa, lo stadio superiore e più elevato che presuppone il non attaccamento e la consapevolezza non giudicante.
Nella pratica buddista si utilizzano due tecniche per raggiungere lo stato di quiete:
una è lo sviluppo della concentrazione (solitamente attraverso il respiro) e l'altra è la tecnica della chiara visione (mindfullness ovvero essere consapevoli di ciò che accade nel momento presente).
Fin dalla prima pratica emergono stati molto positivi, basati semplicemente sull'esperienza diretta.
Non c'è necessità di credere in qualche fede, anzi si tratta di conoscere analiticamente e di constatare come lavori la mente nelle sue reazioni.
Le frasi di metta sono parole gentili che invocano la libertà e la felicità per ogni essere.



SUTTA NIPATA 1.8
Karaniya Metta Sutta
L’amore universale

Questo dovrebbe fare chi pratica il bene
e conosce il sentiero della pace:
essere abile e retto,
chiaro nel parlare,
gentile e non vanitoso,
contento e facilmente appagato;
non oppresso da impegni e di modi frugali,
calmo e discreto, non altero o esigente;
incapace di fare
ciò che il saggio poi disapprova.
Che tutti gli esseri
vivano felici e sicuri:
tutti, chiunque essi siano,
deboli o forti,
grandi o possenti,
alti, medi o bassi,
visibili e non visibili,
vicini e lontani,
nati o non nati.
Che tutti gli esseri vivano felici!
Che nessuno inganni l'altro,
né lo disprezzi
né, con odio o ira,
desideri il suo male:
Come una madre
protegge con la sua vita
suo figlio, il suo unico figlio
così, con cuore aperto,
si abbia cura di ogni essere,
irradiando amore
sull'universo intero;
in alto verso il cielo,
in basso verso gli abissi,
in ogni luogo, senza limitazioni,
liberi da odio e rancore. Fermi o camminando,
seduti o distesi,
esenti da torpore,
sostenendo la pratica di Metta;
questa è la sublime dimora.
Il puro di cuore,
non legato ad opinioni,
dotato di chiara visione,
liberato da brame sensuali,
non tornerà a nascere in questo mondo.

Attraverso la pratica meditativa le cose non spariscono ma al contrario si sperimentano in maniera più vivida poiché non si è più in mezzo alla corrente ma si guarda dalla riva il fiume che scorre.
Nella tradizione del buddismo Theravada ricorrono frequentemente anche le pratiche tantriche: per tantra si intende l'associazione con l'archetipo (immagine sacra) che rappresenta uno stato mentale con il quale coltiviamo una relazione.
Il tantra crea una breccia nella realtà poiché ha meccanismi propri che ci insegnano come la realtà in cui siamo inseriti sia un sogno collettivo dove ognuno ha il suo proprio sogno privato.
Con il buddismo Vajrayana, legato alla scuola tibetana (buddismo del veicolo di diamante), si mette in dubbio la percezione stessa che abbiamo del mondo.
A differenza del sistema yogico (elaborato in sistema filosofico da Patanjali nel II sec D.C) dove la scintilla divina del se si ricongiunge con il divino, nella visione buddista theravada non vi è io poiché credere in un io è già una fede e in questo modo si crea un sottile attaccamento. Il nostro io, la nostra personalità è quella che attraverso l'attaccamento ci lega al sogno della realtà e ci si attacca in maniera compulsiva e dolorosa.
Nel mondo frenetico in cui viviamo, sgomitando per ottenere gli obiettivi prefissati, superando ai 200 all'ora in autostrada per andare più veloci e riuscire forse a provare un po' di ebbrezza, la filosofia orientale ci insegna un approccio totalmente distaccato.
Le ricerche di neuropsicologia negli ultimi 20 anni hanno dimostrato come durante la meditazione siano sollecitate aree del cervello solitamente inutilizzate.

yoga acrobatico al parco tozzoni. Foto di Lorenza Grandi per Primi Piani


In sociologia quando si discute di quella che Z. Bauman ha genialmente etichettato come “società liquida” si presuppone l'individuo inetto poiché ha perduto la capacità di autodefinirsi in base a valori stabili e quindi tutto viene messo in continua discussione poiché si anela all'infinito nel tentativo di trovare nuovi stimoli e nuove prospettive alla stessa situazione. Ecco allora che l'approccio dell* yogin e del* meditat* volgendo a cercare la sospensione dalla coscienza individualista per lasciare emergere la super-coscienza ovvero l'idealità della collettività, emerge come arricchimento di nuovi significati e condivisione di questi nella ricerca dello stato di quiete e pace.

un oceano di silenzio - Franco Battiato-
Un Oceano di Silenzio scorre lento 
senza centro né principio 
cosa avrei visto del mondo 
senza questa luce che illumina 
i miei pensieri neri. 
(Der Schmerz, der Stillstand des Lebens 
Lassen die Zeit zu lang erscheinen) 
Quanta pace trova l'anima dentro 
scorre lento il tempo di altre leggi 
di un'altra dimensione 
e scendo dentro un Oceano di Silenzio 
sempre in calma. 
(Und mir scheint fast 
Dass eine dunkle Erinnerung mir sagt 
Ich hatte in fernen Zeiten 
Dort oben oder in Wasser gelebt


Illuminati di immenso,

S.

lunedì 8 febbraio 2016

Sull'amore platonico fra la poesia salinasiana e musiche dervisce

Nel progettare gli eventi di questa settimana che dedichiamo all'amore mi tornavano spesso alla mente le parole del mio professore di filosofia al liceo.
Il mio prof.  era un personaggio incredibile, animato da un encomiabile entusiasmo e da un pensiero estremamente lucido, suonava la tromba con il suo complesso jazz al Peace Maker, il centro sociale occupato dai resistenti imolesi.
Fumava volentieri maria con i suoi studenti dissertando sui grandi temi… con gratitudine ripenso all'influenza (e ai soffietti ;) che ha esercitato su di me.
Quando mi spiegò l'amore platonico lo descrisse come la più potente delle forze perché al fine di giungere al rapporto vicendevole (dell'uno rispetto all'altro) spalancava le porte del mondo, esplorando molteplici sentieri ed esprimendosi inclusivamente per tutte le forme della vita.
La capacità di amare un altro essere umano presuppone la necessità di amare la terra, la vita, il cielo, gli animali, ogni ingrediente della natura, ogni elemento del cosmo.
Irradiare, dal se profondo, luce. L'amore è forza migliorativa, mette a soqquadro un sistema, mette in discussione se stessi ed è una sfida quotidiana da alimentare per tenere viva la fiamma che brucia.
Indefinibile per sua natura, leitmotiv di ogni produzione artistica. Cosa ci salverà dall'avanzare della banalità e del vuoto se non dare significato di amore alla vita?
Il modo migliore che io conosca per dare significato sono le poesie.
Eccone alcune del poeta spagnolo Pedro Salinas che ritengo di superba eleganza nella purezza espressiva e semantica:

Eterna presenza

Non importa che non ti abbia,
non importa che non ti veda.
Prima ti abbracciavo,
prima ti guardavo,
ti cercavo tutta,
ti desideravo intera.
Oggi non chiedo più
né alle mani, né agli occhi,
le ultime prove.
Di starmi accanto
ti chiedevo prima,
sì, vicino a me, sì,
sì, però lì fuori.
E mi accontentavo
di sentire che le tue mani
mi davano le tue mani,
che ai miei occhi
assicuravano presenza.
Quello che ti chiedo adesso
è di più, molto di più,
che bacio o sguardo:
è che tu stia più vicina
a me, dentro.
Come il vento è invisibile, pur dando
la sua vita alla candela.
Come la luce è
quieta, fissa, immobile,
fungendo da centro
che non vacilla mai
al tremulo corpo
di fiamma che trema.
Come è la stella,
presente e sicura,
senza voce e senza tatto,
nel cuore aperto,
sereno, del lago.
Quello che ti chiedo
è solo che tu sia
anima della mia anima,
sangue del mio sangue
dentro le vene.
Che tu stia in me
come il cuore
mio che mai
vedrò, toccherò
e i cui battiti
non si stancano mai
di darmi la mia vita
fino a quando morirò.
Come lo scheletro,
il segreto profondo
del mio essere, che solo
mi vedrà la terra,
però che in vita
è quello che si incarica
di sostenere il mio peso,
di carne e di sogno,
di gioia e di dolore
misteriosamente
senza che ci siano occhi
che mai lo vedano.
Quello che ti chiedo
è che la corporea
passeggera assenza,
non sia per noi dimenticanza,
né fuga, né mancanza:
ma che sia per me
possessione totale
dell'anima lontana,
eterna presenza.

Non ho bisogno di tempo 

Non ho bisogno di tempo
per sapere chi sei:
conoscersi è luce improvvisa.
Chi ti potrà conoscere
là dove taci, o nelle
parole con cui tu taci?
Chi ti cerchi nella vita
che stai vivendo, non sa
di te che allusioni,
pretesti in cui ti nascondi.
E seguirti all'indietro
in ciò che hai fatto, prima,
sommare azioni a sorriso,
anni a nomi, sarà
come perderti. Io no.
Ti ho conosciuto nella tempesta.
Ti ho conosciuto, improvvisa,
in quello squarcio brutale
di tenebra e luce,
dove si rivela il fondo
che sfugge al giorno e alla notte.
Ti ho visto, mi hai visto, ed ora,
nuda ormai dell'equivoco,
della storia, del passato,
tu, amazzone sulla folgore,
palpitante di recente
ed inatteso arrivo,
sei così anticamente mia,
da tanto tempo ti conosco,
che nel tuo amore chiudo gli occhi,
e procedo senza errare,
alla cieca, senza chiedere nulla
a quella luce lenta e sicura
con cui si riconoscono lettere
e forme e si fanno conti
e si crede di vedere
chi tu sia, o mia invisibile.









TUTTO L'UNIVERSO OBBEDISCE ALL'AMORE -Franco Battiato-
performance con Carmen  Consoli







venerdì 5 febbraio 2016

ERBARIO: L'AGLIO





L'erbario del Bio Green Food si propone di approfondire la conoscenza degli alimenti che usa in cucina. Conoscere le proprietà e la storia della pianta aiuta a sintonizzarci meglio con essa, al fine di un cucinare più consapevole e armonioso.

AGLIO


DESCRIZIONE BOTANICA

E' una pianta erbacea che raggiunge l' altezza di 30-80 cm. Presenta 8-12 foglie lanceolate, guiainanti il fusto, con nervature parallelinervie.I fiori sono riuniti in una pseudombrella sferica e sono di colori variabili dal bianco al verde al rosato.
Il frutto è una capsula loculicida.
La parte ipogea prende il nome di bulbo, suddiviso in spicchi e rivestito da catafilli bianchi e rosati.

STORIA


Già conosciuto dai Sumeri 5000 anni fa, esso era molto amato anche dagli Egiziani perché convinti che aumentasse la resistenza fisica. Presso i Greci e Romani era cibo abituale degli atleti e dei soldati, poiché credevano che sviluppasse forza e aggressività; mentre le levatrici lo appendevano nelle stanze da parto, per salvaguardare i neonati da malattie e sortilegi. Fu durante il medioevo che la superstizione popolare assegnò all'aglio la virtù di proteggere dal malocchio, dal morso dei vampiri e da quelle “malattie” provocate dagli spiriti maligni (ovvero i disturbi mentali).

IN CUCINA


Ingrediente tipico della cucina contadina e preziosissimo farmaco naturale, l'aglio rientra nella preparazione di numerosissime zuppe e minestre, oltre a costituire uno dei condimenti base più usati per sughi e salse.

RICETTA VEGAN


SALSA ALL'AGLIO 

Per condimento cereali o da spalmare su bruschette
  • 150 ml di latte di soia
  • 2 Spicchi d’aglio
  • 1 cucchiaio di zenzero di polvere
  • 1 Cucchiaino raso di curry
  • 1 cucchiaio di olio EVO
  • 1 limone spremuto
  • Sale (q.b.)
In un boule schiacciamo l'aglio poi lo montiamo assieme all'olio minipimerizzando il composto.
Aggiungiamo gli altri ingredienti fino ad ottenere una salsa cremosa.


USO MAGICO


Genere: Maschile
Pianeta: Marte
Elemento: Fuoco
Poteri: Protezione, Guarigione, Esorcismo, Lussuria

E’ estremamente protettivo. Viene messo in casa a guardia contro il male e appeso alla porta per allontanare le persone invidiose. Spargi della polvere di aglio sul pavimento per allontanare gli spiriti maligni.


USO IN ERBORISTERIA


Con i suoi composti solforati contenuti nei bulbilli ricurvi, viene utilizzato in erboristeria come ipotensivo e ipolipemizzante.
E' un ottimo antisettico ed immunostimolante naturale. 

BIBLIOGRAFIA
La grande enciclopedia delle erbe, RL gruppo editoriale S.r.l.
http://antrodellamagia.forumfree.it/?t=56598760

mercoledì 3 febbraio 2016

IMBOLC E BRIGID


IMBOLC E BRIGID




La luce che è nata al Solstizio di Inverno comincia a manifestarsi all’inizio del mese di febbraio: le giornate si allungano poco alla volta e anche se la stagione invernale continua a mantenere la sua gelida morsa, ci accorgiamo che qualcosa sta cambiando. Le genti antiche erano molto più attente di noi ai mutamenti stagionali, anche per motivi di sopravvivenza. Questo era il più difficile periodo dell’anno poiché le riserve alimentari accumulate per l’inverno cominciavano a scarseggiare. Pertanto, i segni che annunciavano il ritorno della primavera erano accolti con uno stato d’animo che oggi, al riparo delle nostre case riscaldate e ben fornite, facciamo fatica ad immaginare.

Se sovrapponiamo la Ruota dell’Anno al nostro moderno calendario, la prima festa che incontriamo cade l’1 febbraio.

Presso i Celti l’1 febbraio era Imbolc (pronuncia Immol’c) detta anche Oimelc o Imbolg. L’etimologia della parola è controversa ma i significati rinviano tutti al senso profondo di questa festa. Infatti Imbolc pare derivare da Imb-folc, cioè “grande pioggia’ e in molte località dei paesi celtici questa data è chiamata anche “Festa della Pioggia”: ciò può riferirsi ai mutamenti climatici della stagione ma anche all’idea di una lustrazione che purifica dalle impurità invernali.
Invece Oimelc significa “lattazione delle pecore” mentre Imbolg vorrebbe dire ‘nel sacco” inteso nel senso di “nel grembo” con riferimento simbolico al risveglio della Natura nel grembo della Madre Terra e con un riferimento più materiale agli agnelli, nuova fonte di cibo e di ricchezza, che la previdenza della Natura e degli allevatori avrebbe fatto nascere all’inizio della buona stagione.
L’allattamento degli agnelli garantiva un rifornimento provvidenziale di proteine. Il nuovo latte, il burro, il formaggio costituivano spesso la differenza tra la vita e la morte per bambini e anziani nei freddi giorni di febbraio.

Imbolc è una delle quattro feste celtiche, dette “feste del fuoco” perché l’accensione rituale di fuochi e falò ne costituiscono una caratteristica essenziale. In questa ricorrenza il fuoco è però considerato sotto il suo aspetto di luce, questo è infatti il periodo della luce crescente. Gli antichi Celti, consapevoli dei sottili mutamenti di stagione come tutte le genti del passato, celebravano in maniera adeguata questo tempo di risveglio della Natura. Non vi erano grandi celebrazioni tribali in questo buio e freddo periodo dell’anno, tuttavia le donne dei villaggi si radunavano per celebrare insieme la Dea della Luce (le celebrazioni iniziavano la vigilia, perché per i Celti ogni giorno iniziava all'imbrunire del giorno precedente).

Brigid



Nell’Europa celtica era infatti onorata Brigit (conosciuta anche come Brighid o Brigantia), dea del triplice fuoco; infatti era la patrona dei fabbri, dei poeti e dei guaritori. Il suo nome deriva dalla radice “breo” (fuoco): il fuoco della fucina si univa a quello dell’ispirazione artistica e dell’energia guaritrice.
Brigit, figlia del Grande Dio Dagda e controparte celtica di Athena-Minerva, è la conservatrice della tradizione, perché per gli antichi Celti la poesia era un’arte sacra che trascendeva la semplice composizione di versi e diventava magia, rito, personificazione della memoria ancestrale delle popolazioni.

La capacità di lavorare i metalli era ritenuta anche essa una professione magica e le figure di fabbri semi-divini si stagliano nelle mitologie non solo europee ma anche extra-europee; l’alchimia medievale fu l’ultima espressione tradizionale di questa concezione sacra della metallurgia.

Sotto l’egida di Brigit erano anche i misteri druidici della guarigione, e di questo sono testimonianza le numerose “sorgenti di Brigit”. Diffuse un po’ ovunque nelle Isole Britanniche, alcune di esse hanno preservato fino ad oggi numerose tradizioni circa le loro qualità guaritrici. Ancora oggi, ai rami degli alberi che sorgono nelle loro vicinanze, i contadini appendono strisce di stoffa o nastri a indicare le malattie da cui vogliono essere guariti.

Sacri a Brigit erano la ruota del filatoio, la coppa e lo specchio.
Lo specchio è strumento di divinazione e simboleggia l’immagine dell’Altro Mondo cui hanno accesso eroi e iniziati.
La ruota del filatoio è il centro ruotante del cosmo, il volgere della Ruota dell’Anno e anche la ruota che fila i fili delle nostre vite.
La coppa è il grembo della Dea da cui tutte le cose nascono.

Cristianizzata come Santa Bridget o Bride, come viene chiamata familiarmente in gaelico, essa venne ritenuta la miracolosa levatrice o madre adottiva di Gesù Cristo e la sua festa si celebra appunto l’1 febbraio, giorno di Santa Bridget o Là Fhéile Brfd.
Riguardo questa santa, di cui è tanto dubbia l’esistenza storica quanto certa la sua derivazione pagana, si diceva che avesse il potere di moltiplicare cibi e bevande per nutrire i poveri, potendo trasformare in birra perfino l’acqua in cui si lavava!
A Santa Bridget fu consacrato il monastero irlandese di Kildare, dove un fuoco in suo onore era mantenuto perpetuamente acceso da diciannove monache. Ogni suora a turno vegliava sul fuoco per un’intera giornata di un ciclo di venti giorni; quando giungeva il turno della diciannovesima suora ella doveva pronunciare la formula rituale “Bridget proteggi il tuo fuoco. Questa è la tua notte”. Il ventesimo giorno si diceva fosse la stessa Bridget a tenere miracolosamente acceso il fuoco. Il numero diciannove richiama il ciclo lunare metonico che si ripete identico ogni diciannove anni solari.
Inutile ricordare come questa usanza ricordasse il collegio delle Vestali che tenevano sempre acceso il sacro fuoco di vesta nell’antica Roma, ma più probabilmente la devozione delle suore di Kildare si ricollega alle Galliceniae, una leggendaria sorellanza di druidesse che sorvegliavano gelosamente il loro recinto sacro dall’intrusione degli uomini e i cui riti furono mantenuti attraverso molte generazioni.
Allo stesso modo, nel monastero di Kildare solo alle donne era concesso di entrare nel recinto dove bruciava il fuoco, che veniva tenuto acceso con mantici, come ricorda Geraldo di Cambria nel 120 secolo. Il fuoco bruciò ininterrottamente dal tempo della leggendaria fondazione del santuario, nel 60 secolo, fino al regno di Enrico VIII, quando la Riforma protestante pose fine a questa devozione più pagana che cattolica.

Riti tradizionali di Imbolc:
I riti di Brigit celebrati a Imbolc ci sono stati tramandati dal folklore scozzese e irlandese.

Il letto di Bride
Nelle Isole Ebridi (che forse devono il loro nome proprio a Brigit o Bride) le donne dei villaggi si radunano insieme in qualche casa e fabbricano un’ immagine dell’antica Dea, la vestono di bianco e pongono un cristallo sulla posizione del cuore. In Scozia, la vigilia di Santa Bridget le donne vestono un fascio di spighe di avena con abiti femminili e lo depongono in una cesta, il “letto di Brid”, con a fianco un bastone di forma fallica. Poi esse gridano tre volte “Brid è venuta, Brid è benvenuta!”, indi lasciano bruciare torce e candele vicino al “letto” tutta la notte.
Se la mattina dopo trovano l’impronta del bastone nelle ceneri del focolare, ne traggono un presagio di prosperità per l’anno a venire. Il significato di questa usanza è chiaro: le donne preparano un luogo per accogliere la Dea e invitano allo stesso tempo il potere fecondante maschile a unirsi a lei. Anche nell’isola di Man veniva compiuta una cerimonia simile, chiamata Laa’l Breesley. Nell’Inghilterra del Nord, terra dell’antica Brigantia, la ricorrenza veniva denominata “Giorno delle Levatrici”.

La croce di Brigid


In Irlanda, si preparano con giunchi e rametti le cosiddette croci di Brigit, a quattro bracci uguali racchiusi in un cerchio, cioè la figura della ruota solare (che è simbolo appropriato per una divinità del fuoco e della luce); lo stesso giorno vengono bruciate le croci preparate l’anno prima e conservate fino ad allora.La fabbricazione delle croci di Brigit deriva forse da un’antica usanza precristiana collegata alla preparazione dei semi di grano per la semina.

Questi oggetti simbolici, confezionati con materiale vegetale, ci ricordano tra l’altro che la luce ed il calore sono indispensabili alla vegetazione che si rinnova in continuazione, anno dopo anno. Le spighe di avena (o grano, orzo, ecc.) usate per fabbricare le bambole di Brigit, provengono dall’ultimo covone del raccolto dell’anno precedente. Questo ultimo covone, in molte tradizioni europee è chiamato la Madre del Grano (o dell’Orzo, dell’Avena, ecc.) e la bambola propiziatoria confezionata con le sue spighe è la Fanciulla del Grano (o dell’Orzo, dell’Avena, ecc.).Si credeva cioè che lo spirito del cereale o la stessa Dea del Grano risiedesse nell’ultimo covone mietuto: come le spighe del vecchio raccolto sono il seme di quello successivo, così la vecchia divinità dell’autunno e dell’inverno si trasformava nella giovane Dea della primavera, in quella infinita catena di immortalità che è il ciclo di nascita, morte e rinascita. E Brigit rappresenta appunto la giovane Dea della primavera.

Una leggenda:
Un antico codice irlandese, il Libro di Lisrnore, riporta una curiosa leggenda. Si narra che a Roma i ragazzi usavano giocare ad un gioco da tavolo in cui una vecchia megera liberava un drago mentre dall’altra parte una giovane fanciulla lasciava libero un agnello che sconfiggeva il drago. La megera allora scagliava un leone contro la fanciulla, la quale però provocava a sua volta una grandine che abbatteva il leone. Papa Bonifacio, dopo aver interrogato i ragazzi e aver saputo che il gioco era stato insegnato loro dalla Sibilla, lo proibì.
La megera non è altro che la Vecchia Dea dell’Inverno sconfitta dalla Giovane Dea della Primavera. Essendo questa leggenda stata raccolta in un ambito culturale celtico, si può supporre che la Vecchia altri non era che la Cailleach a cui si contrappone Brigit. Il riferimento all’agnello è un altro simbolo del periodo di Imbolc, anche se i commentatori medievali lo considerarono l’emblema di Gesù Cristo.
In realtà è la Vecchia Dea che si rinnova trasformandosi in Giovane Dea, così come il Vecchio Grano diviene il nuovo raccolto. I Carmina Gadelica, una raccolta di miti, proverbi e poemi gaelici di Scozia, raccolti e trascritti alla fine dell’800 dal folklorista scozzese Alexander Carmichael, riportano la seguente filastrocca:

“La mattina del Giorno di Bride
Il serpente uscirà fuori dalla tana
Non molesterò il serpente
Né il serpente molesterà me”

Il serpente appare come uno degli animali-totem di Brigit. In molte culture il serpente o drago è simbolo dello spirito della terra e delle forze naturali di crescita, decadimento e rinnovamento. Nel giorno di Bride il serpente si risveglia dal suo sonno invernale e i contadini ne traevano il presagio della fine imminente della cattiva stagione. Il serpente è uno dei molti aspetti dell’antica Dea della terra: la muta della sua pelle simboleggia il rinnovamento della Natura e anche la sua dualità Infatti in gaelico “neamh” (cielo) è simile a “naimh” (veleno), provenendo entrambi dalla radice “nem”. La Vecchia Dea e la Giovane Dea sono la stessa persona! (nelle fiabe l’eroe che coraggiosamente bacia una vecchia megera si ritrova di fronte una bellissima fanciulla...)

La Dea Februa:
In un’altra area culturale europea, nell’antica Roma, i primi giorni di febbraio erano sacri alla dea Februa o a Giunone Februata. “Februare” in latino significa purificare, quindi febbraio è il mese delle purificazioni (anche la febbre è un modo di purificarsi usato dal nostro corpo!).
Processioni in onore di Februa percorrevano la città con fiaccole accese, simbolo di luce e allo stesso tempo, di purificazione.

La Candelora:
Un’altra usanza, legata anche a rituali di fertilità erano i Lupercali: i Luperci, sacerdoti di Fauno, correvano per le strade vestiti solo con una pelle di capra e con una frusta (anche essa fabbricata con strisce di pelle di capra) con la quale battevano le giovani spose per propiziarne la fertilità (e quindi la capacità di partorire).
La Chiesa, per combattere queste usanze, istituì processioni con candele, alle quali a partire dall’11° secolo aggiunse la benedizione delle candele per gli altari. Col nome di Candelora o Candlemas (nei paesi anglosassoni) è nota la festa cristiana del 2 febbraio, denominata “Presentazione del Signore al Tempio”. Ma è evidente che la nuova religione non ha potuto modificare il significato autentico della festa, un significato che è profondamente incarnato nella Natura e nello spirito umano.
Il legame della festa con le candele, la purificazione e l’infanzia, sopravvisse nell’usanza medievale di condurre le donne in chiesa dopo il parto a portare candele accese.

L’idea di una purificazione rituale in questo periodo è rimasta forte nel folklore europeo. Ad esempio le decorazioni vegetali natalizie vengono messe da parte e bruciate alla Candelora per evitare che i folletti che in esse si sono nascosti infestino le case.

Il concetto di purificazione è presupposto di una nuova vita: si eliminano le impurità del passato per far posto alle cose nuove. Alcuni gruppi neopagani europei festeggiano Imbolc accendendo candele che sporgono da una bacinella di acqua. Il significato è quello della luce della nuova vita che emerge dalle acque del grembo materno, le acque lustrali di Imbolc che lavano via le scorie invernali. Un antico detto celtico ricordava come fosse una buona cosa lavarsi mani e viso a Imbolc!

La pianta sacra di Imbolc è il bucaneve. E’ il primo fiore dell’anno a sbocciare e il suo colore bianco ricorda allo stesso tempo la purezza della Giovane Dea e il latte che nutre gli agnelli.


Tratto da "Feste Pagane" di Roberto Fattore
Approfondito con il libro di Alexei Kondratiev "il tempo dei celti"
fonte: cuore di strega

Escatologia Vallauristica

Non è un salto antologico quello che porta dal regno animale ( già carne e organismi molto complessi: cellule e atomi coscienti che comunicano attraverso membrane, scariche elettriche e vibrazioni) al pensiero cosciente attraverso l'elaborazione del logos (discorso razionale), ma un percorso lungo millenni.

Per produrre pensiero cosciente necessitiamo di un senso mistico dell'esistenza.

L'uomo e la donna hanno fame di mistica... come fosse pane... e di orgasmi (apice di estasi mistica).

L'incontro dei significati esistenziali non proposizionali e sapienziali crea la mistica laica.
Questa, necessariamente, dovrà essere saldamente fondata se vuole essere baluardo di resistenza al pensiero unico consumista banalizzante. Occorre che accetti fino in fondo le ragioni, senza dover essere identitaria, appartenente a una religione o un'ideologia suffissa da -ismo, ma sorretta da dubbi indipendenti.
Lo sguardo mistico trascende la banalità dell'esperienza e facilita il passaggio dal desiderio prevalente esclusivo ( di origine possessiva individualista che si traduce con: la crescita di uno inibisce la crescita degli altri) al desiderio inclusivo.
Piena salute e abilità del corpo sono beni non esclusivi come anche l'intelletto.





"Nella Città dell’Inganno dei Sei Piani del Mondo
Il fattore principale
È il peccato e la tenebra
Prodotti dalle cattive azioni
Qui l’essere segue i dettami
della simpatia e dell’antipatia
E non trova mai tempo per conoscere l’Eguaglianza:
Evita, figliolo, le simpatie e le antipatie.
Se comprendi la Vanità di Tutte le Cose,
La Compassione nascerà nel tuo cuore;
Se non farai alcuna distinzione
Fra te stesso e gli altri,
Sarai adatto a servire gli altri;
E quando nel servire gli altri avrai successo,
Allora Mi incontrerai;
Ed incontrando me,
Raggiungerai la condizione del Buddha".
Dai canti di Milarepa (Tibet l’XI secolo)

Noi dotat* di mente e corpo viviamo un mondo descritto nel RgVeda (1500 A.C.) come un congegno di violenza in cui le piante si nutrono a spese della terra e dell'acqua, gli erbivori a spese delle piante, i carnivori degli erbivori, i contadini dei carnivori, i guerrieri dei contadini, i bramani dei guerrieri, e Dio dei bramani. //alla fiera dell'est un topolino mio padre comprò//.
MA
io sono un che di mezzo fra Dio e il nulla scriveva Cartesio sul finire del '500
e in questo mezzo, grazie alla mente e al corpo posso contemplare la bellezza nella natura, la simmetria dei suoi elementi e la vividezza dei suoi colori. La meraviglia che ne scaturisce è l'inizio della filosofia sostenevano Platone ed Aristotele - o della fantasia chissà-.
L'animalismo, l'ambientalismo e l'impegno nella costruzione di un economia politica pleromatica (pleroma=pienezza dell'essere) sono le naturali emanazioni dell'io.
Il sentimento dell'amore compassionevole è il cuore della mistica laica. Laddove la pietà si esercita universalmente: per gli animali macellati e torturati, per le vittime delle guerre, per le valli deturpate e anche pietà per il boia, per i macellai, per i soldati, per il disonore dell'uomo perché “fare un ingiustizia è peggio che riceverlasanciva Socrate nel Gorgia di Platone (386 A.C.)


Del mio incontro con il Prof. Vallauri
sei vegana?
sì, appassionatamente
posso abbracciarti?
solo se lo fai per almeno 30 secondi
Noi non faremo crescere il pil
DePILiamoci!

Con gli abbracci crescono le vibrazioni positive nel mondo, ne possono gioire anche i Letalmeccanici ( produttori di armi letali), è un bene inclusivo l'abbraccio, ed è il più bello dei regali.



Non siamo pazzi, siamo lucidamente folli perché essere normali significa ammalarsi di grigiore.

Trasforma
la personalita' divisa
nell'individualita' cosmica;
che tutto in te sia divino.
Questa è la tua meta.

Sri Aurobindo

Illuminati di immenso. (S)