“L’ANIMA
LIBERA E’ RARA, MA QUANDO LA VEDI LA RICONOSCI…” C.Bukowski
Da sempre
appassionata di natura ed ecologia, cresciuta tra animali di ogni
genere e specie da una madre ed un padre che se ne andavano in
vacanza portando con sé rispettivamente un cucciolo di pipistrello
da allattare ed un semenzaio con piantine di pomodoro da annaffiare,
passare progressivamente ad un’alimentazione priva di ingredienti
di origine animale, ed in generale il più naturale possibile, è
stato per me un processo del tutto fisiologico. Potremmo discutere
per ore delle motivazioni etiche e salutistiche che mi hanno portata
a questa “scelta”, di quanto questa consapevolezza maturata pian
piano ed in totale autonomia abbia radicalmente cambiato il mio
umore, la mia visione del mondo, il modo di rapportarmi con gli
altri, il rapporto con me stessa e con il mio corpo.
A chi
quotidianamente mi domanda per quale ragione io sia vegana, rispondo
educatamente che non sopporto l’idea di nutrirmi di qualcosa dietro
cui ci sia stato dolore, sofferenza, morte, ignoranza, terrore.
Tuttavia, vorrei rispondere “perché tu non lo sei?”.
Nessuno si è mai
preoccupato del mio intake proteico fino a quando non mi sono
auto-marcata come “vegana”. Nessuno, prima di sapere che “non
mangio animali né i loro derivati” mi ha mai chiesto “e cosa
mangi quando esci con gli amici?”. Quanti pregiudizi. Quanta
ignoranza.
Certo, la vita di
“disadattato alimentare” può non essere sempre facile, ma a mio
parere la gioia ed i benefici che se ne traggono non hanno prezzo ed
ammetto di avere le presunzione di poter rendere il mondo un posto
migliore. Almeno un po’. Il cambiamento inizia da dentro. La pace
può essere costruita un cuore alla volta.
Si tratta
prevalentemente di un processo di maturazione interiore. Di
intelligenza emozionale e non. Di educazione e di buon senso, come in
ogni cosa. Ho sempre vissuto il “veganesimo” come
un’arricchimento, mai come limitazione. Ritengo la salute, in
senso olistico, un valore fondamentale su cui difficilmente sono
disposta a scendere a compromessi. Sono convinta del “valore
vibrazionale” del cibo e di quanto la sua provenienza e metodo di
preparazione, così come lo stato d’animo di chi se ne occupa,
influiscano incredibilmente sull’organismo che se ne nutre.
Personalmente, non ho intenzione di ingerire ulteriori tossine di
negatività, di ordinare polpette di rabbia con tagliatelle al dolore
in salsa di rancore.
Vegetariani,
carnivori, crudisti, fruttariani, hamburgivori, melariani, vegani…
non ho mai sopportato le etichette. E’ uno stile di vita. Si tratta
di vedere se stessi negli altri. Di riconoscere l’interconnessione
tra gli esseri viventi e di celebrare la sacralità della vita,
rispettandola in ogni sua forma, sopra ogni altra cosa. Nient’altro.
E’ immenso senso di gratitudine, rispetto e amore verso se stessi,
verso i propri cari, verso ogni creatura ed atomo dell’universo.
La scelta è
soltanto una. Io ho scelto la vita. E la libertà.
Live
light. Travel light. Spread the light. Be the light.(G.)
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