lunedì 13 febbraio 2017

***Il pesce Valentino non sapeva cosa fosse l'acqua***

Non molto tempo fa, tra le schiume delle onde dell'oceano, in una insenatura della barriera corallina viveva felicemente un piccolo pesciolino rosso di nome Valentino.
Aveva pinne dai colori tanto sgargianti e viveva quieto giornate sempre uguali, senza tanti pensieri e senza molte preoccupazioni.
Il pesciolino non aveva idea di cosa fosse l'acqua ma sapeva benissimo che la rete era qualcosa di malvagio e di sbagliato.
Un giorno,venne alla spiaggia, arrivando da terre molto lontane, un bellissimo toro che era riuscito a sfuggire alle atrocità degli uomini che lo obbligavano alla corrida.

L'animale era assetato ma sapeva bene che non poteva bere l'acqua salata dell'oceano.
Mentre ammirava le acque trasparenti e il moto sensuale delle onde il suo sguardo fu catturato dalle brillanti squame del piccolo pesce. Al toro parve di vedere il rosso più rosso che mai prima di tale momento, neppure negli istanti più ispirati della sua vita intensa, fosse mai  riuscito ad immaginare. Rapito da cotanta pienezza di colore mise una zampa in acqua e poi l'altra per avviarsi lentamente nella direzione del pesce Valentino.
Quest'ultimo da parte sua rimase pietrificato dalla vista del colosso che marciava verso di lui e non gli riuscì di muoversi.
Il toro avanzò fintanto che ebbe l'acqua alla gola e si ricordo chiaramente che alla sua specie non era dato il talento del nuoto.
Proprio quando l'acqua finì per arrivargli alle narici si trovò davanti al pesce rosso. Questi vedendo davanti a se le zampe del toro e i peli di queste librarsi leggeri nell'acqua, come le alghe che tanto gli piacevano, gli si avvicinò e iniziò a strofinarsi contro.
Il pelo nero e lucido del toro gli risultò morbido e godeva molto della sensazione data dallo strofinamento
Stettero così a lungo, nell'acqua, il toro e il pesce rosso contenti della loro vicinanza e della coccola che questa rappresentava nella loro vita di solitudine.
Ad un centro punto il toro non poté più resistere: l'acqua salata gli rattrappiva la pelle e aveva una terribile sete così si diresse verso riva.
Il pesce, si fece al suo fianco e lo seguì. Aveva gli occhi a cuoricino ancora più brillanti delle sue pinne dal colore vivace e sgargiante.
Quando giunsero alla terra, Valentino si trovò tutt'a un tratto sdraiato boccheggiante sulla riva ed ebbe chiara la comprensione dell'elemento 'acqua'.
Il toro vedendolo sofferente con il muso, delicatamente, spinse il pesce in acqua per salvarlo dall'asfissia.
I due rimasero a fissarsi increduli perché accesi dal desiderio ma distrutti dalla disillusione data dalle reali possibilità di spartire la vita assieme. Videro una borsa di plastica, stracciata e corrosa dal logorio della corrente del mare che tuttavia conservava un fondo piuttosto integro. Il toro ne prese i manici fra i denti la riempì d'acqua, per quello che la capienza della sporta consentiva, e invitò il pesciolino rosso a saltarvici dentro. Questo esitò non poco ma negli occhi profondi del toro trovò l'ispirazione per lo slancio e saltò nella borsa di plastica biodegradabile che aveva tutta l'apparenza di una rete.

Si udì in quel momento nel soffiare del vento come il suono di un canto femminile: era la voce Ochun, la dea dell'amore, che proprio in quel momento stava viaggiando per tornare al fiume, sua dimora, dopo essere stata a visitare la madre Yemeyà nel suo regno di Oceano.




Vide la scena di un toro che stringeva frai denti una sportina sbrandellata nel cui fondo si adagiava scomodamente un pesce dalle brillanti squame rosse, con occhi a cuoricino. Sorpresa da tanta tenerezza , Ochun fu colta dalla compassione per le due creature ed agitò il suo ventaglio tempestato di perle sopra i due che si trasformarono all'istante in uccelli magnifici.
Spiccarono il volo con grande slancio, entusiasti delle nuove spoglie e si allontanarono nel tramonto del tropico per giungere a una palma dove costruirono il nido e vissero per sempre felici e contenti.

Morale: l'amore è scomodità perché obbliga il proprio ego ad andare oltre le esigenze del se, vincola allo sforzo nell'ottica dell'altro, rimane individualmente inadeguato fintanto che non incontra la magia che trasforma le sostanze e le forme.
L'amore si libera quindi attraverso la magia.

Altri finali a scelta :

- pessimista: il toro annegava o il pesciolino moriva asfissiato.
- catastrofico: muoiono entrambi
- realista: se ne facevano una ragione ed ognuno se ne andava per la sua strada

Ho scelto il finale romantico perché sono una delle tante vittime degli stereotipi disneyani d'infanzia, che con tutti quei lieto fine del cazzo, hanno fottuto il cervello alla mia generazione, ma almeno c'è un che di misterico nell'intercedere della Dea e i riferimenti mitologici, da sempre, fanno da panacea al malessere esistenziale.


Ordunque si tratta di un ulteriore, dozzinale esulto di follia poiché la follia si è oramai affermata come attitudine esistenziale fondamentale per essere senziente.
Perché se non  folle, le probabilità che i disturbi siano peggiori, sono molto alte.

Rincuoriamoci: -La costruzione di un amore spezza la schiena- scrisse, con molta struggenza, Fossati.
Ne cantò una delle versioni più belle Mia Martini, sua travagliatissima amante.



L' anti-morale della favola del pesce Valentino è evidente: l'amore è una favola che si può solo raccontare.
Se dobbiamo considerare pragmaticamente l'amore, in termini di funzionalità della coppia, occorre riconoscere il lavorio di anime che tessono assieme la vita


Il telaio di Anna Segre:
Non è vero:
Finché morte non ci separi.
La morte non separa.
E la vita non unisce
Per definizione.
Etichettare appiattisce
Fino alla bidimensione
Non è vero che il tempo
Cura tutto:
Ci sono sofferenze
Incurabili
Che si ripresentano ciclicamente
alla coscienza
Febbri malariche,
Pezzi di legno che affiorano
Imprevedibilmente
Dopo l'affondamento.
Non è vero che tutto è relativo:
Se fai del male o subisci un male
Ciò ha un valore assoluto
Un'infinità di carbonio 14
Che ci mette ère a decadere
E pesa più della buona volontà
Dell'ottima fede
E di tutti i non pensavo
Non credevo
Non sapevo.
L'universo si smaglia
Perché il male tira i fili
Mentre il bene
Si ostina a tessere.


Buon San Valentino care anime,
che siate pesci, toro o uccelli
quel che più importa è che vi diate da fare per tessere.
Vi auguro di trascorrere amorevolmente questa giornata, con la persona che avete al vostro fianco o pensando a quella che sicuramente incontrerete nel cammino poiché siamo fatt* per amare ed essere amat*.



Se proprio non vi prende bene
 beh, trovate un'escamotage!
Al  BGF, per esempio c'è del rum cubano e  goyaba.

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Io non lo so se ha ragione chi dice che ho visto troppi film,
so solo che lo dice perché non sa quanti libri ho letto.
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Con benedizione,

Simicca dal nido biogrinfolovoso

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