***Racconto per il Plenilunio di Marzo***
Era tempo da neve, sembrava addirittura che il vento volesse sputarmi in faccia un
vomito violento di ghiaccio quella notte. Ciononostante, tenevo il
passo svelto sul sentiero illudendomi di potermi riscaldare almeno un
poco con il movimento, quel minimo che mi desse un barlume di
conforto, ma non c'era verso.
Il regno
dell'inverno non contempla calore alcuno.
Temetti di essermi
persa a un certo punto: era tanto che camminavo, mi sentivo
disorientata e non riuscivo a scorgere i segnali della buona
direzione.
Così alzai lo
sguardo alle stelle per cercare la rotta ma la notte era oscura e
nuvolosa.
Nemmeno la luna si
poteva contemplare anche se la sapevo, e sentivo, essere piena.
Il non vederla mi
angustiava.
Sentii lo scalpiccio
di alcuni passi dietro di me e un brivido mi attraversò; mi voltai
i scatto in preda alla paura ma vidi una bambina, in una lunga veste,
tendermi la mano;
con candore mi diede
un benvenuto che mi suonò familiare sul sentiero del bosco e mi
invitò a seguirla.
-Ti condurrò dalle
madri- disse.
Il cielo si
rasserenò e la luna, ora grande e luminosa illuminava generosamente i
nostri passi.
Persi la cognizione
del tempo mentre la ascoltavo: una voce docile e delicata che
intonava gli antichi canti.
Ricordo solo che
quando giungemmo al rifugio nonostante tutto non mi sentivo poi così
stanca.
La bambina mi
sorrise, aveva grandi occhi scuri profondi, saltellò sul vialetto,
batté tre colpi all'uscio e aprì la porta con slancio poi con
entusiasmo mi annunciò: -l'ho trovata. Si era persa a un certo punto
del sentiero-
Le madri sorrisero e
mi fecero segno di sedere nel circolo attorno al fuoco.
Obbedì e come mi
appoggiai sulla sedia fui avvolta e rinvigorita dall'energia delle
altre donne del cerchio.
La sofferenza del
viaggio per arrivare era già diventata un ricordo lontano .
La più anziana si
protese verso di me per domandarmi con la sua voce graffiante:
-Che notizie ci
porti dal mondo fuori?-
- Le cose non sono
migliorate madre. Muri fra le persone e cemento sugli alberi.-
il suo sguardo
divenne triste.
- Che ne è
dell'umanità dunque?-
- una ferita
sanguinante che nessun* vuole vedere. - risposi abbassando gli occhi.
- Ci sono molti
individui ma pochi legami-
- E' molto amaro
ciò che racconti- riprese a tessere la lana che aveva sul grembo: -e
dimmi ti capita spesso di illuderti?-
- sempre,
continuamente. Credo anzi di essermi affezionata alle mie illusioni.-
contrasse le spalle
e incupì lo sguardo a questa mia risposta.
- capisco che
aiutino a vivere meglio ma devi stare attenta. Ogni illusione
comporta una disillusione. La stessa energia che concedi
all'illusione si trasformerà poi in disillusione.-
- l'alchimia della
vita.- feci per concludere
- No- affermò
solerte- non fare confusione.- redarguì- La magia serve a celebrare
i momenti reali e propizi della natura, onoriamo la luna e le piante
nell'apogeo dei loro cicli.- e aggiunse, scandendo lentamente le
parole- non a consolidare fantasie mentali fini a se stesse-
Rimasi in silenzio.
La seconda madre,
dai lunghi capelli argentei, mi allungo un po' di lana e mi spronò a
tessere con lei
.
- Guarda questo
filo:dal lavorio della mia mano, dall'ispirazione del mio spirito e
dalla perseveranza del mio agire, si trasforma in tessuto.-
alzò al centro del
cerchio il filato su cui stava lavorando: aveva colori cangianti e
splendidi motivi.
Fui rapita dalla
contemplazione per qualche istante poi mi accorsi bruscamente di come
mi stava fissando insistentemente la madre, come ricambiai lo sguardo
domandò:- ora stavi apprezzando la qualità estetica di questo
tessuto vero?-
annuì,
e lei compiacente
continuò : - ciò che devi avere sempre presente è che si potrebbe
spezzare ben facilmente un filo ma il tessuto rimane saldo.-
Mi chiusi nelle
spalle,
lei continuò:
-Intreccio e legami creano forza e stabilità. Sono differenti i fili
che compongono il tessuto- increspò lievemente le labbra- la scelta
è fondamentale: a volte un bel colore non ha una buona resistenza e
altre volte una consistenza troppo grezza rende brutto l'intreccio.-
- occorre avere mani
esperte per tessere legami forti- commentai
- no, guarda i suoi
lavori- e mi indicò splendidi arazzi appesi alla parete.
-meravigliosi-
riconobbi- chi li ha fatti?-
- la piccola-
Cercai nella stanza
la bambina che mi aveva accompagnato al cerchio e la vidi
addormentata su un piccolo sofà dietro di me.
Mi parve incredibile
che quelle piccole mani potessero creare stoffe così pregevoli.
La madre dai lunghi
capelli argentei sussurrò: - sai, io ho molta esperienza ma a volte
nonostante i miei anni e le mie cure sbaglio nello scegliere un filo-
allora chiesi: - Se
non è questione di essere esperte, di cosa si tratta?
Rispose sorridendo-
si tratta della connessione fra il cuore e le mani: l'attitudine più
preziosa dell'essere umano-
La terza madre,
aveva la corporatura di matrona, da principio mi era parsa più
arcigna ma cambiai idea all'istante quando prese la parola e con una
straordinaria dolcezza mi interrogò :- Hai trovato quello che
cercavi?-
- Non ancora ma ho
capito in quale direzione si trova-
- e allora vai, e
tieni gli occhi aperti perché quando troverai ciò che cerchi dovrai
chiuderli.-
non capivo ma lei
continuò
- questa sera
abbiamo mandato la bambina a cercarti perché i tuoi occhi erano
chiusi e li hai aperti qui. Avevi bisogno di questo nell'apogeo del
tuo ciclo e abbiamo usato la magia: sai che significa che si è
aperto il portale e le regole sono state invertite. Guarda nel
profondo e torna a queste parole quando ti senti persa perché
sappiamo tutte come sia frustrante nel regno della superficie essere
coerenti alla rotta verso le stelle quando hai a che fare con una
moltitudine che naviga a vista -
Chiusi le mani nella
preghiera sentendo nel profondo la gratitudine per le parole curative
che avevo ascoltato, medicina che alleviava il dolore della mia
malattia terreste.
Guardai le madri, i
loro occhi fieri, accarezzai la testa della bambina addormentata su
un piccolo sofà dietro di me.
- Namaste Madri.
Grazie per questo sogno-
aprì gli occhi e
rimasi ancora a lungo distesa sul letto da dove potevo osservare, dalla finestra, il candore della neve nella mattina del giorno che si
affacciava.
Benedetta sia la luna piena,
S
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