-Ti ho cercata Grande Madre, ho dormito a lungo ma non vi era nitidezza nei miei sogni.
- E' perché hai cercato nel sogno e non nella realtà, figlia.
- Ho tentato di
essere reale ma non ero mai adeguata.
- Questo non ti ha
fermata.
- Avrei dovuto
fermarmi?
- Cosa ti ha fatto
andare avanti?
- La voglia di
rompere le prassi e i condizionamenti scrivendo dei versi così potenti che una mia poesia attaccata a un vetro avrebbe dovuto farlo infrangere in mille pezzi.
- I condizionamenti
e le prassi sono una sorte di protezione che si usa per non essere
ferite e tu invece lanci sfide. Perché ?
- E' dalle cicatrici
delle ferite che si vede la forza, mi hai insegnato tu .
- Quanta
presunzione, figlia.
- E' il carattere
che mi hai dato, Madre.
Rimase in silenzio guardandomi stupita,
poi mi strinse i polsi e guardandomi negli occhi
mi disse:
- In questo mondo
cosi sbagliato ti sei adeguata a usare la forza della rabbia. E' un
condizionamento pessimo eredità della società patriarcale e
maschilista. No, non è davvero ciò che ti ho insegnato io.
Sospirai perché,
come sempre, aveva aveva ragione lei.
Non tentai nemmeno
di trovare delle scuse ma abbassai la testa e sospirai:
- riconosco
l'intensità e la frustrazione causata dal mio ego provocatorio e
diretto.
Mollò la presa, mi
indicò il cielo:
- Danzare, ridere,
camminare a piedi nudi nei boschi e amare incondizionatamente, questo
è il potere femminile che dovrai fare crescere per portare la
luminosità delle stelle nella vita reale.
Concentrati
nell'espandere il tuo essere, riconosciti negli elementi e non
frapporre la tua identità al mio disegno. L'essenza dell'essere
non è identità ma è anima.
- ci sono situazioni
che mi mettono in soggezione
- affrontale
- mi sfuggono
- lascia andare
allora. La bramosia e l'insistenza sono caratteristiche identitarie.
Spogliatene e vivi leggera.
- non mi è facile
- nulla lo è mai
stato bambina mia, sopratutto crescere non è facile ma non per questo puoi coltivare il tuo lato capriccioso. Sai di
essere in grado di migliorarti. Fallo.
- ci proverò.
- Come ci proverai?
- rasenterò
l'eccellenza
- bada di non cadere
nella superbia
-Mi sembra più
facile il rischio di cadere nell'autocommiserazione, che nella
superbia
-sono le due facce
dello stesso nemico: il giudizio. Emancipati dal tuo giudice
interiore e sarai libera e felice.
L'alba iniziava a
palesarsi nel cielo di giugno così la Grande Madre raccolse il suo
cesto e il suo bastone propiziatorio. Mi baciò sulla fronte e si
accomiatò benedicendo il giorno che nasceva e liberandomi dal
passato.