lunedì 9 gennaio 2017

L'affaire Panettone


Premetto prima di iniziare con questo post che sono stata recentemente redarguita: 
“un* brav* commerciante si astiene dal prendere posizioni e fare politica”


*** L'affaire Panettone***
Ero a casa una sera di metà dicembre e stavo tranquillamente e amabilmente trafficando con i panni da stendere quando ho ascoltato la pubblicità della Motta:


Tofu tritato
Seitan e alghe esiccate
cotto per 30 secondi in microonde
...e invece no...
da oggi con bacche di goji!
..scherzo."


ho un attimo di mancamento ed è proprio il caso di scrivere che quasi mi casca la catinella (con i vestiti!)
ma poi mi incazzo e basta.
-Permalosità, vittimismo?-
bhè, un certa dose di sbroccosità da utero sconquassato ( non vorrete mica che scriva da “palle piene”?) dovuto alle infinite prese per il culo e sfottò sul movimento vegan da parte dei media e della massa ca(davere)rnivora mi sembra ben più che doverosa da considerare.






Superata la fase critica dell'incazzo, il cui unico frutto è farmi possedere da un arterio tale che non si ammansisce nemmeno se faccio su e giù per Imola-Valsalva in bici 2 volte (n.b. distanza 25 km in salita appenninica), grazie all'intervento di amicici* saggi* che con il dialogo riescono a far carburare la messa in moto della parte r(e)azionale del mio cervello (spesso preso da viaggi antropofilosofici che mi distolgono notevolmente dalla realtà concreta delle cose) ho deciso di sana pianta (o di sana foglia come da serranda BGF), che avrei insegnato alla Motta cosa significa mettere al mondo un panettone.


Il primo impasto l'ho fatto la mattina con:
230 grammi di farina tipo 1 del Podere Torre dei Campani
50 grammi di zucchero di canna integrale del commercio equo solidale
70 grammi di olio Evo bio
90 grammi di acqua
35 grammi di panna veg
60 grammi di lievito madre
Prima si prepara la miscela di olio e panna sbattendoli energicamente con una frusta affinché si leghino poi si scioglie lo zucchero nell'acqua e si impasta con la farina  per poi aggiungere il lievito madre.
L'impasto viene adagiato in una ciotola e coperto con un panno bagnato, posto a lievitare per 12 ore a una temperatura di 28°.



Alla sera, trascorse 12 ore ho reimpastato il composto aggiungendo 70 grammi di farina, 50 grammi di zucchero, un pizzico di sale, 20 grammi di malto ( precedentemente) aromatizzato con scorze d'arancia e bacche di vaniglia, 100 grammi di uvetta sultanina o di scaglie di cioccolato e per ultima l'emulsione di 30 grammi di panna veg con 60 grammi di olio Evo.
Una volta accorpati tutti gli ingredienti, si ottiene come risultato un'impasto elastico e flessibile.
Ora si dovranno aspettare 40 minuti in cui  si lascia puntare l'impasto per poi procedere con la pirlatura ( che è la tecnica di formare la rotondosità di un impasto con le mani) infine si adagia nello stampo da forno.



Ho scritto un haiku per benedirne la crescita:
*** haiku del Panettone***
L' impasto, nella notte, triplicherà.
Il lievito madre, in luna crescente,lo nutrirà
E un buon panettone diventerà
Grande come il mondo
Perché creato rotondo

Era luna crescente, l'impasto è triplicato.

La mattina successiva con cuore trepidante di mamma, alle ore 7 (tracorse 7 ore nella seconda levitazione) mi sono precipitata al BGF per controllare la crescita della mia creatura. (vi confesso che il cuore mi batteva forte allo stesso modo quando ho messo i pattini a mia figlia per la prima volta e scrivo da pattinatrice sfegatata di lunga data).
L'impasto non ha deluso: era cresciuto fino ad arrivare a 2 cm dal bordo della forma





 così ho cotto i panettoni a 150° per un ora per poi ribaltarli infilzati con bacchetti di legno e lasciarli riposare così per 12 ore.
Lo sguardo immortalato in questa foto descrive con precisione  iconografica la passione con cui ho creato i panettoni BGF.

La fine del procedimento è stato il confezionarli ed etichettarli.
In tutto ho sfornato 40 panettoni.
37 venduti. 1 regalato, 1 condiviso e 1 mangiato.


In fin dei conti dovrei quasi ringraziarli quelli della Motta. Avevo pensato di mandargli uno dei panettoni BGF ma poi...
un po' perché non ne avevo a disposizione, un po' perché mi tirava il culo e ne avevo zero di fare la splendida, non l'ho fatto.
così ho pensato a questo spot:
“ Avreste potuto metterci:
farina bio locale, cioccolato del mercato equo e solidale, lievito madre
e invece avete fatto dei panettoni con gli ingredienti di sempre.”


Mi sento anche di dedicargli una poesia di Daniela Visani, poetessa imolese che il BGF avrà il piacere di ospitare giovedì 26 gennaio. 
Si chiama “Disagi”:

Nei centri commerciali


canzonette


imballano oggetti,


freddi carrelli


vomitano


plastica e parole,


mentre un disagio


di neon in mensa


insegue panettoni.


La morale di questa storia parte dal luogo comune“non tutto il male viene per nuocere” per arrivare
al motto più propositivo “ ti insegno a panettonate come si fa il bene.”

Quello che vorrei fare l'anno prossimo è bandire un contest in cui proporre l'assaggio del Panettone BGF e quello Motta chiedendo ai partecipanti di esprimersi sul confronto, e poi premiare l'analisi più critica.
Non lo farò perché mi toccherebbe comprare un panettone Motta.

Mi piacerebbe tantissimo rubarlo da un centro commerciale seguendo l'esempio di Juan Manuel Sánchez Gordillo, sindaco di Marileda, che nel 2012 è stato l'artefice dell'espropriazione forzata di alcuni prodotti alimentari dal supermercato Mercadona; ma il suo agire era giustificato da propositi ben più necessari dei miei, poiché i carrelli dei beni alimentari requisiti sono stati distribuiti alla parte più povera della popolazione.


Quindi diciamo che finisce qui questa storia turbolenta e iperbolica di panettoni; che se si è trattato del capriccio di un'esaltata radicale che vede il male nel sistema industriale capitalista e che si incazza quando si sente presa per i fondelli (...e pensare che i fornelli sono dei miei grandi amici!) come risultato finale c'è il riscatto dato dall'aver saputo trarre vantaggio dalla situazione.

Ma mi rimane un crogiolo e dato che la voglia di sermonare non mi è mai mancata, ammonisco:

-voi che comprate i panettoni motta,
 homo scemens adattati alle confezioni di plastica con le arance sbucciate per uno spuntino veloce ( che costa all'ambiente centinaia di anni in smaltimento) e alle vaschette sigillate con dentro wustel di improbabili ingredienti che hanno viaggiato mezzo mondo prima di finire sulle vostre tavole ikea di pessimo legno truciolato frutto del lavoro di operai sfruttati, 
dovreste farvi un po' schifo.-

Con questa provocazione, questo j'accuse ( si tratta pur sempre di un'affaire no?), rischiando di risultare dura, so che non riceverò giustificazioni o gloria, ma ritengo prezioso il sollecitare la riflessione in termini di sostenibilità su ciò che mangiamo, compriamo, consumiamo.

Ed ora mi avvio a concludere questo post in maniera propositiva dato che, come abbiamo detto, questa storia insegna il valore del riscatto e sappiamo che la differenza si fa in ogni istante, in ogni momento ed in ogni minima attenzione coltivata nell'ottica di cercare di rendere il mondo un posto migliore.

Come scriveva Castaneda, nella raccolta degli insegnamenti di Don Juan, alla fine non conta quale strada stiamo percorrendo perché tutte le strade sono uguali: portano alla stessa destinazione e passano tra i diversi scenari ( campi, boschi, città e mari). Quello che fa la differenza nel percorrere la strada è saper rispondere se il proprio cammino ha un cuore oppure no.

Con questa consapevolezza, vi elenco le azioni che vedono il BGF tra i suoi promotori:

*Impegno sul territorio per la promozione di un'alimentazione sana, basata sulla filosofia antispecista a base di ingredienti bio, svolto quotidianamente nella bottega stregata di via Valeriani e saltuariamente nelle scuole, in centri culturali o associazioni.
*Partecipazione al Mercolbio, mercato contadino di prossimità, biologico, da cui il BGF prende gran parte degli ingredienti alla base delle preparazioni e per il quale coordina molti dei laboratori divulgativi che quivi si svolgono
*Supporta la causa contro l'ampliamento della discarica ( ora causa contro la sopraelevata sulla discarica) di Via Pediano.
*E' tra i/le soci* fondatori del GES (gruppo economia solidale) insieme ad altre realtà economiche quali il Commercio Equo e Solidale e Cambiavento, e associative ( Gas, Legambiente, Riprendiamoci il Paesaggio, WWF). Gruppo che sta interloquendo l'amministrazione imolese e Conami al fine di trovare uno spazio comune in cui svolgere le attività che si sono sviluppate a partire dai principi elencati dalla legge di economia solidale regionale.
* Crea spazio e incontri per il dialogo inter-religioso e filosofico attraverso iniziative volte all'approfondimento delle differenti tradizioni sebbene si riconosca nel praticare l'antica religione della Natura (culto neo pagano o stregoneria)
* Promuove un linguaggio egualitario comunicando in maniera anti sessista. ( utilizzando gli asterischi al posto di accordare le parti flessive della lingua /sostantivi, articoli, aggettivi e verbi/  al genere femm/masch)




Io so, e lo sento profondamente, che è una strada dal grande cuore palpitante quella che traccia il BGF pertanto ringrazio tutt* coloro che lo sostengono ricordando che se Juan Manuel Sánchez Gordillo ha avuto l'audacia di espropriare carrelli di cibo dai supermercati è stato grazie al supporto del popolo di Marileda e dei 200 amici sindacalisti che hanno compiuto l'atto robinhoodiano con lui.

La premessa era che sono stata recentemente redarguita: “un* brav* commerciante si astiene dal prendere posizioni e fare politica”
bhè, ci ho pensato, ho analizzato la prospettiva e ho considerato i conti.
Quel che è risultato evidente è che la voce “astensione” non solo non risulta a bilancio nel BGF ma viene volutamente boicottata.


Vi saluto con uno dei capolavori di Battiato, dalle cui sagge parole emerge l'ispirazione per fare il bene:


Questo secolo oramai alla fine
Saturo di parassiti senza dignità
Mi spinge solo ad essere migliore
Con più volontà
Emanciparmi dall'incubo delle passioni
Cercare l'Uno al di sopra del Bene e del Male
Essere un'immagine divina
Di questa realtà”

Con biongrifianza,
Wicca Simicca, dalla bottega stregata Bio Green Food.


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