venerdì 10 giugno 2016

Colloqui con la divinità femminile

-Ti ho cercata Grande Madre, ho dormito a lungo ma non vi era nitidezza nei miei sogni.
- E' perché hai cercato nel sogno e non nella realtà, figlia.




- Ho tentato di essere reale ma non ero mai adeguata.
- Questo non ti ha fermata.
- Avrei dovuto fermarmi?
- Cosa ti ha fatto andare avanti?
- La voglia di rompere le prassi e i condizionamenti scrivendo dei versi così potenti che una mia poesia attaccata a un vetro avrebbe dovuto farlo infrangere in mille pezzi.
- I condizionamenti e le prassi sono una sorte di protezione che si usa per non essere ferite e tu invece lanci sfide. Perché ?
- E' dalle cicatrici delle ferite che si vede la forza, mi hai insegnato tu .
- Quanta presunzione, figlia.
- E' il carattere che mi hai dato, Madre.
Rimase in silenzio guardandomi stupita, 



poi mi strinse i polsi e guardandomi negli occhi mi disse:
- In questo mondo cosi sbagliato ti sei adeguata a usare la forza della rabbia. E' un condizionamento pessimo eredità della società patriarcale e maschilista. No, non è davvero ciò che ti ho insegnato io.

Sospirai perché, come sempre, aveva aveva ragione lei.
Non tentai nemmeno di trovare delle scuse ma abbassai la testa e sospirai:
- riconosco l'intensità e la frustrazione causata dal mio ego provocatorio e diretto.

Mollò la presa, mi indicò il cielo:
- Danzare, ridere, camminare a piedi nudi nei boschi e amare incondizionatamente, questo è il potere femminile che dovrai fare crescere per portare la luminosità delle stelle nella vita reale.
Concentrati nell'espandere il tuo essere, riconosciti negli elementi e non frapporre la tua identità al mio disegno. L'essenza dell'essere non è identità ma è anima.





- ci sono situazioni che mi mettono in soggezione
- affrontale
- mi sfuggono
- lascia andare allora. La bramosia e l'insistenza sono caratteristiche identitarie. Spogliatene e vivi leggera.
- non mi è facile
- nulla lo è mai stato bambina mia, sopratutto crescere non è facile ma non per questo puoi coltivare il tuo lato capriccioso. Sai di essere in grado di migliorarti. Fallo.
- ci proverò.
- Come ci proverai?
- rasenterò l'eccellenza
- bada di non cadere nella superbia
-Mi sembra più facile il rischio di cadere nell'autocommiserazione, che nella superbia
-sono le due facce dello stesso nemico: il giudizio. Emancipati dal tuo giudice interiore e sarai libera e felice.

L'alba iniziava a palesarsi nel cielo di giugno così la Grande Madre raccolse il suo cesto e il suo bastone propiziatorio. Mi baciò sulla fronte e si accomiatò benedicendo il giorno che nasceva e liberandomi dal passato.